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L4 Comunicato stampa n.6 - 27.09.24


Come si lavora nel Movimento di Losanna e cosa si intende per Leadership e Servizio alle Chiese ed alla missione.


Nella conferenza stampa di oggi, 27 settembre, si è parlato di come funziona il Movimento di Losanna e di quanto detto nella sessione mattutina. Per questo motivo sono stati invitati a parlare Chris Wright che ha fatto parte della Commissione Teologica che ha preparato l’impegno di Città del Capo e Philip Ryken, presidente di Wheaton College, che stamane ha portato la meditazione su Atti degli Apostoli.


Chris Wright ha precisato che lui non è stato coinvolto nella preparazione di Losanna 4, ma, partendo dalla sua esperienza a Città del Capo, ritiene che il Movimento di Losanna sia soprattutto un catalizzatore di idee ed una grosso cappello sotto cui svilupparle. Si tratta di una rete che cerca di tenere assieme tutti gli aspetti della missione di Dio. Per Wright è importante che Losanna faccia vedere la missione come una realtà totale integrata centrata sul Vangelo. Tutto il Vangelo è al centro. La missione integrale (che scaturisce dalle idee del Movimento di Losanna sin dal 1974) è data da una rete che connette evangelizzazione, azione sociale, cura per il creato e giustizia, tutti gli aspetti della vita umana. Viene data grande enfasi al grande mandato. Nel grande mandato Gesù si identifica con l’affermazione del suo potere sulla terra, ricollegandosi così al Dio dell’Antico Testamento ed identificandosi con esso. Il Gesù che afferma di insegnare a obbedire a quanto ha insegnato e ciò che ha cercato di identificare Losanna sin dal suo inizio. L’impegno di Città cerca di integrare tutto ciò.


Wright ha spiegato il procedimento con cui è stato composto l’impegno di Città del Capo che ha visto una prima parte ideata dalla commissione teologica ed una seconda parte che è la sintesi di quanto discusso nel Congresso. La Commissione teologica, quindi, ha rielaborato la seconda parte durante il Congresso ed è stata pubblicata dopo. Il procedimento dello Statement di Seul, ma Wright non è stato coinvolto e quindi non conosce la procedura.


Il teologo inglese sa che ci sono delle discussioni sull’ultimo documento e perciò ha fatto un esempio a proposito della cura del Creato dicendo che la maggioranza dei teologi mondiali sono preoccupati dalla situazione del creato. Losanna aveva già creato una rete per la creazione del creato. I diversi esiti di questa preoccupazione vengono fuori da come consideriamo il Vangelo. Se vediamo il Vangelo come una missione di riconciliazione con il mondo, allora l’implicazione cosmica è che ci sia riconciliazione con il Cristo cosmico. Se il Vangelo è il Vangelo del regno di Dio, allora il regno di Dio implica l’intera creazione.


Wright ha anche detto che, benché non abbia partecipato al lavoro sullo Statement di Losanna, per lui non possiamo dire che sia la posizione ufficiale di Losanna che non esiste, essendo Losanna una rete. Il movimento tanto meno arrogarsi la pretesa di rappresentare l’intera comunità del cristianesimo. Come Cristiani, però, non possiamo ignorare la sofferenza del mondo e dobbiamo partecipare (come lui ha fatto personalmente) ai processi di riconciliazione, ad esempio, tra Israeliani e palestinesi. Nonostante questi tentativi, però, bisogna ammettere che non vi è ancora una narrazione condivisa ed un processo di riconciliazione pienamente attuata. Sappiamo anche dal Vangelo che non esiste una semplice soluzione. Allo stesso tempo non possiamo permettere che tali questioni coinvolgano tutto il processo di Losanna e delle persone che vi partecipano che sono ripiene dell’amore di Dio e non è semplicemente una voce profetica, ma una voce multi-profetica. Lasciamo poi Dio e lo Spirito agire.


La seconda parte, invece, ha visto la partecipazione di Philip Ryken che ha ribadito come Losanna sia l’evento più importante degli ultimi 8 anni nel mondo evangelico globale e che ha come suo scopo quello di realmente portare il Vangelo in tutti i Paesi. E’ una delle migliori occasioni per ascoltarci reciprocamente e dobbiamo essere parte di un coro senza voler dominare. Per Ryken tutto ciò implica che dobbiamo essere più pronti ad ascoltare. Pertanto nonostante ancora oggi la presenza statunitense sia quella predominante (più del 25% dei delegati provengono dall’America del Nord), bisogna ritenere questi ultimi come una parte di un corpo molto più esteso. Bisogna per Ryken continuare a sviluppare la leadership ed il concetto di servizio per guarire anche la Chiesa dalle sue ferite. Per lui, sollecitato da una domanda, è più importante la formazione del carattere di una persona piuttosto che pensare che questa dipenda dai carismi.


La conferenza si è chiusa con ulteriore dato: sappiamo che gli effettivi partecipanti suno 5394, compresi i sud coreani.



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