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ESSERE VECCHI E NON SENTIRLO!


‘Sento di essere un peso!’ ‘Ormai sono sempre solo.’

‘Ho dato, e adesso non servo più.’ 


Frasi tipiche dette dagli anziani che sempre di più sembrano faticare con la propria identità, con la realtà di un corpo che inesorabilmente rallenta e funziona meno brillantemente, e con il proprio ruolo nella società e in famiglia. L’Italia sta diventando una nazione sempre più ‘vecchia’. Oggi oltre 14 milioni di italiani hanno più di 65 anni e circa la metà di questi hanno più di 75 anni (grandi anziani).  E le stime indicano che nel 2050 le persone di 65 anni e più saranno tre volte più numerose dei giovani con meno di 15 anni. E questo non solo in Italia. Su scala globale si stima che per il 2050 gli anziani saranno il 16-22% della popolazione mondiale.


Ma per noi chiesa cosa significa questo? E qualcosa di cui dobbiamo tener conto? E semmai, come dovremmo affrontare questa realtà? Come rispondere alle sfide che questo quadro ci presenta? Ma, forse ancora più importante: come rispondere alla grande opportunità che tutto questo rappresenta?  



GLOBAL AGEING

Se n’è parlato a Seoul a settembre durante il quarto congresso sulla missione del Movimento di Losanna - imponente evento che periodicamente raccoglie delegati da tutto il mondo per considerare la missione globale. Quest’anno eravamo in 5200 provenienti da quasi ogni paese, con presenti una trentina di italiani! Il Movimento, iniziato nel 1974 come dialogo globale sulla missione cristiana, continua ad essere una importantissima piattaforma dove, in quanto chiesa globale, ci si trova per dialogare ed agire insieme in tutto ciò che è missione. 

Il programma a Seoul prevedeva, fra l’altro, la considerazione di 25 fra una quarantina dei ‘gaps’ (lacune o aree critiche) da considerare e affrontare per continuare a compiere e completare il grande Mandato (Mt.28:18-20). I gaps sono stati identificati e messi in risalto nel monumentale documento ‘State of the Great Commission’, un importantissimo lavoro di ricerca globale commissionato da Losanna per ottenere un quadro, una cornice, che ci permetta di farci una buona idea del punto al quale ci troviamo nell’evangelizzazione mondiale, proponendo dati, commenti, conclusioni e proposte.   



L’ESPERIENZA DEL ‘COLLECTIVE ACTION’

Durante il congresso, al pomeriggio, il programma prevedeva proponeva la scelta di un gap da approfondire. Io, neo-nonno e prossimo alla ‘promozione’ come ‘anziano’ (sic),  ho scelto: ‘Global Ageing’ (l’invecchiamento o ‘stagionatura’ globale). Strutturato in 4 pomeriggi, il percorso informativo, formativo e dialogico: ‘Collaborate’, permetteva un confronto sul tema assieme ad altri delegati provenienti da ogni parte del mondo. Il tema era ulteriormente suddiviso in aree di interesse specifico ed io ero parte del gruppo ‘Strategia di Missione’. A noi il compito di considerare non solo la questione ampia dell’invecchiamento (o come preferisco io: stagionatura!) globale, ma di focalizzarci su come affrontare e rispondere strategicamente a questo gap. Nel mio gruppo ero con 6 persone in provenienza da Singapore, Ghana, UK e Bangladesh. Per 4 pomeriggi, quindi, abbiamo avuto un paio di ore per riflettere ed esplorare sul soggetto tenendo conto anche dei nostri contesti d’origine. La conversazione è stata guidata seguendo una precisa serie di domande, anche se eravamo molto liberi di soffermarci o esplorare più a fondo aree di interesse particolare. Sono state ore intense che sono volate via. Alla conclusione di ciascuna sessione, poi, facevamo dei riassunti, tenendo conto delle conclusioni più significative e anche eventuali di suggerimenti o idee da esplorare ulteriormente. Avevamo anche dei brevi input frontali da esperti sul soggetto ed anche tempi di confronto come gruppo intero. Dopo il congresso, si è prospettata l’attivazione dei CAT (Collaborative Action Teams) - pensato come un dialogo continuato nel tempo per costruire ulteriormente sui dialoghi avviati a Seoul. È stata una straordinaria opportunità di confronto, scambio e arricchimento. Per chi si volesse interrogare sul valore del Movimento di Losanna - a Seoul lo abbiamo davvero vissuto in pieno! 



CIÒ CHE È EMERSO

Difficile riassumere in modo sintetico e completo le conclusioni dei nostri lavori. Mi riporto a casa (e nel cuore), però, il fatto che la questione degli anziani va presa seriamente in considerazione. Ma anche che: sia noi ‘anziani’, sia ‘i giovani’ (gap: Next Gen) abbiamo convenuto che: abbiamo bisogno di ascoltarci meglio e abbiamo bisogno gli uni degli altri. Poi, dal Bangladesh, ad esempio, abbiamo preso atto del fatto che lì il contesto offre davvero poco per gli anziani - specialmente nelle zone rurali, e con una crescente migrazione verso centri urbani, o l’estero, resta la domanda: e con gli anziani come facciamo? In Singapore, invece, sono molto organizzati e propositivi. Persino il contesto secolare è sensibile alla questione e vi sono vari progetti. Le chiese sono anche attive in quest’area. Abbiamo da imparare da loro. Prendere visione di come loro stanno trattando la questione è stato incoraggiante e sfidante! E poi, noi in Italia. Tanto da dire. Bisognerebbe aprire un ‘tavolo’ creativo di confronto e progettazione comune (un’idea per Losanna Italia?)! Ma cosa dire delle problematiche? Gli anziani, magari quelli meno mobili, che vivono da soli e spesso muoiono da soli - nelle grandi città, ma anche nei piccoli paesini. Gli anziani che ormai soli (morto il coniuge e andati via i figli) confrontano la solitudine, a volte davvero schiacciante. E poi, dopo una vita lavorativa impegna, adesso ci si sente invisibili, ignorati, dimenticati. Più ne abbiamo discusso e più la mia mente andava alla ‘mia’ Italia. Cosa dire poi (e questa era una considerazione vera per ogni contesto) del bisogno spirituale fra gli anziani. Come mostrare il vangelo e come dichiararlo? Come comunicare, per la potenza dello Spirito, il messaggio della Vita, per fare breccia in coloro che hanno bagagli e pregiudizi, tradizioni, poca reattività e tanta stanchezza? Guardali anche tu nel tuo paese. Che portano il cane a passeggio, che vivono un mondo personale sempre più piccolo, che hanno perso la speranza di vivere davvero, che si vedono al tramonto. Fuori dalla chiesa, ma anche, forse, dentro la chiesa…  



UN APPELLO AL DIALOGO E ALL’AZIONE, ANCHE IN ITALIA


Eppure la Bibbia dà un prospettiva sulla vitalità di essere anziani. Àlzati davanti al capo canuto, onora la persona del vecchio e temi il tuo Dio. Io sono il SIGNORE.” (Lev.19:32). Si parla di onore da dare ai genitori (e questo va ben oltre il concetto di anzianità e resta un principio essenziale). E spiega come trattare uomini anziani e donne anziane (nelle epistole pastorali, in particolare) . E incoraggia i ‘vecchi’ (anziani, maturi, stagionati…) a restare focalizzati: “E ora che sono giunto alla vecchiaia e alla canizie, o Dio, non abbandonarmi, finché non abbia raccontato i prodigi del tuo braccio a questa generazione e la tua potenza a quelli che verranno.” (Sal.71:18) 

Insomma, in quanto anziani/vecchi/maturi/stagionati abbiamo ancora da dire e da dare. 

In un articolo del Movimento sul tema di anziani e missione, gli autori suggeriscono che “In primo luogo, dobbiamo riflettere e pregare sulle realtà demografiche e sui mandati biblici”, poi “...renderci conto che “la nostra prima domanda non è come andare ad aiutare gli anziani, ma come permettere agli anziani di entrare al centro della nostra vita””; e ancora “...dobbiamo indagare sulle nostre realtà locali e nazionali e sulle risorse disponibili.” 

Mi pare che in quanto chiesa, anche in Italia, abbiamo da riconoscere la sfida e l’opportunità di capire bene e meglio come rispondere al ‘global ageing’.  Sempre di più serve la centralità del vangelo per definire e ridefinire approcci, atteggiamento e azioni anche in quest’area.. 


Propongo, e questo emerge dall'esperienza di Seoul, che anche le nostre chiese hanno bisogno di: 

  • essere, o diventare, delle comunità-modello dove il dialogo e l’interazione intergenerazionale si realizzano, e giovani e anziani vivono insieme ascoltandosi e parlandosi a vicenda con stima reciproca;

  • essere, o diventare, delle comunità-modello dove gli anziani trovano una collocazione bella e dei ruoli positivi, dove solitudine, tristezza e noia lasciano il passo a vera comunità, gioia e partecipazione. 

  • interrogarsi su come raggiungere, ad ogni livello, gli anziani attorno; su come entrare nel loro mondo, come vivere e trasmettere il vangelo che definisce e ridefinisce le loro vite - la loro identità, i loro sogni, ciò che danno e come e perché lo fanno. E anche come viaggiare bene verso l’eternità!


Ecco, Losanna 4 mi ha fatto venire questa voglia di osservare e studiare il mondo sempre più anziano in cui ci muoviamo per capire come fare a essere una chiesa per questa generazione, tutta quanta.


Jonathan 'JD' Gilmore

Coordinatore Nazionale del Movimento di Losanna

Fonte: Apostolica Magazine




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