Agenda di preghiera
Su questa pagina troverete 14 spunti per pregare intenzionalmente per la missione in Europa. Condividete questo piano con la vostra chiesa.
Seleziona la settimana:
Il contesto politico dell’Europa odierna
Negli ultimi 15 anni abbiamo assistito a una decadenza dell’ottimismo verso l’Unione Europea sostituita da un diffuso scetticismo che ha rianimato i vecchi nazionalismi. Fondamentalmente, il nazionalismo è costruito su un'opposizione tra coloro che ritengono di appartenere alla nazione, e coloro che queste stesse persone ritengono non vi appartengano. Questo permette ai nazionalisti di giustificare i loro programmi politici in difesa di un "noi" contro un immaginario "altro", sia che gli "altri" in questione siano migranti, Rom, regioni all'interno dello Stato che chiedono maggiore autonomia o indipendenza, o lo stesso Governo statale che si ritiene li stia opprimendo. Il Covid-19 e la questione dei vaccini ha esacerbato questa tendenza mettendo gli Stati europei l’uno contro l’altro. Il nazionalismo risorgente pone una sfida particolare per le chiese e le agenzie di missione europee. Molti nazionalisti, in particolare quelli della varietà populista, si presentano come i difensori della cultura tradizionale, del patrimonio e dei valori cristiani. Pretendono di difendere la loro nazione cristiana contro l'imposizione dei valori sociali liberali, il multiculturalismo o l'Islam. Per i cristiani che lamentano la perdita della cristianità, questo messaggio è molto attraente. Purtroppo, alcuni evangelici si sono schierati dietro i nazionalisti e i partiti politici di estrema destra proprio per questa ragione.
Come pregare?
Preghiamo per la posizione della Chiesa e delle missioni in questo clima di nazionalismi. In particolare preghiamo:
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che i Cristiani europei di oggi siano coscienti del pericolo di avvolgere la croce nella bandiera e restino una voce profetica contro il razzismo e le altre forme insidiose legate al nazionalismo;
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che la chiesa sia una comunità che è fedele alla sua identità fondamentale, non nella nazione ma in Cristo, perché "non c'è giudeo né greco, né schiavo né libero, né maschio né femmina, perché siamo tutti uno in Cristo Gesù" (Galati 3,28);
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che allo stesso tempo la Chiesa non sia ingenua riguardo all'agenda politica progressista della sinistra. Anch'essa crea idoli di "tolleranza" e "libertà" e sta facendo dei diritti di alcuni la priorità su tutto il resto;
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che l’Europa abbia cristiani che si impegnino sulla pubblica piazza e che ci sia una formazione in teologia pubblica che li equipaggi;
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che i leader di Chiesa incoraggino i cristiani a pensare e pregare di più per l'ambiente politico in cui viviamo;
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le restrizioni più strette sulla circolazione associate alla Brexit e alla pandemia da Covid-19 pongono sfide specifiche. I paradigmi consolidati per l'invio di lavoratori cristiani transnazionali da fuori dell'UE potrebbero non essere più fattibili. Ci saranno quasi certamente burocrazia e spese aggiuntive. La mobilitazione missionaria a breve termine potrebbe essere una sfida particolare. Il lato positivo è che questo può incoraggiare le agenzie missionarie ad abbandonare il vecchio paradigma e a mobilitare e sostenere più operai della nazione stessa invece di inviare operai dall’estero.
Nel tuo contesto
In cosa osservi intorno a te atteggiamenti nazionalisti? Nella tua città? Nella tua chiesa? Come puoi incoraggiare la tua chiesa locale a rispondere col Vangelo?
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Il contesto economico dell’Europa odierna
La crisi finanziaria innescata nel 2008 dal crollo di Lehman Brothers ha fatto precipitare molti Paesi della zona euro in una crisi del debito sovrano in, portando a salvataggi di emergenza in alcuni Paesi e a drastici tagli alla spesa pubblica in altri. Anche se ora la situazione è più stabile, le economie dell'Eurozona hanno avuto una crescita molto debole. La crescita che è stata raggiunta è stata possibile solo grazie all'enorme quantità di denaro che la Banca Centrale Europea ha pompato nell'economia europea con un'iniezione mensile di 30, 60 e a volte 90 miliardi di euro, solo per mantenere alta la pressione del sangue, cioè 100 o a volte 200 euro al mese per ogni singolo cittadino dell'Eurozona. Non c'è bisogno di essere un economista per capire che se devi prendere in prestito euro 100 al mese per ogni membro della tua famiglia solo per continuare a mettere il cibo in tavola, allora c'è qualcosa che non va. Sussistono enormi disuguaglianze di reddito nascoste e la forbice nella distribuzione del reddito si va allargando, pertanto i ricchi diventano più ricchi e i poveri diventano più poveri. La disoccupazione, in particolare quella giovanile, è ancora un problema enorme. In molte parti dell'Europa centrale, orientale e mediterranea una generazione di giovani è scomparsa perché sono andati all'estero a cercare lavoro.
Come pregare?
Per delle politiche economiche giuste ed eque che favoriscano la crescita, l’occupazione e tengano conto dei deboli, i poveri e gli immigrati;
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per le molte iniziative sociali con cui le chiese e le agenzie missionarie in tutta Europa hanno risposto alle sfide economiche degli ultimi dieci anni. Possano queste iniziative essere testimonianza del Vangelo e veicoli potenti dell’amore di Dio;
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che nonostante la recessione globale, la chiesa continui a vivere con generosità in missione. Molte chiese si sentono sopraffatte dalle continue richieste di sostegno da parte delle agenzie di missione. La loro stessa sopravvivenza economica può avere la priorità sul sostegno alla missione. Preghiamo che la missione resti nel cuore della Chiesa in Europa;
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che gli imprenditori cristiani siano generosi e non avidi ma creativi e ubbidienti alla Parola nel guidare imprese sostenibili, che non sfruttano i lavoratori ma li trattano con dignità, e che queste imprese siano in grado di affrontare i pressanti bisogni sociali, economici, ambientali e spirituali della società attraverso il lavoro e gli affari.
Nel tuo contesto
Delle sfide sopra elencate, quali sono maggiormente visibili nel tuo contesto? Nella città? Nella chiesa? Come puoi incoraggiare la tua chiesa a rispondere a esse con generosità?
Il contesto sociale dell’Europa odierna
Le tre sfide maggiori al momento sono:
La migrazione - Secondo l'Organizzazione Internazionale per le Migrazioni: 110.669 sono arrivati via mare nel 2019, l'ultimo anno completo di dati, segnando il sesto anno consecutivo di oltre 100.000 arrivi. La maggior parte di questi ora arriva attraverso le rotte del Mediterraneo centrale e occidentale piuttosto che attraverso la Grecia e i Balcani. La cosiddetta "crisi europea dei migranti" del 2015/16 ha visto l'arrivo di più di 1,5 milioni di rifugiati, principalmente da Siria, Afghanistan e Iraq, nell'Europa sud-orientale, principalmente via terra e via mare. Tuttavia, nel 2016 molti Paesi europei hanno cambiato le loro politiche sui rifugiati e rafforzato i controlli alle frontiere e l'UE ha concordato una politica di "uno dentro e uno fuori" con la Turchia, che di fatto ha chiuso la rotta orientale verso l'Europa. Non sorprende che i migranti disperati abbiano cercato altre rotte.
Il traffico di persone è un'altra forma, spesso invisibile, di migrazione. Il più recente rapporto dell'UE, che include ancora i dati del Regno Unito, registra che 26.268 persone sono state registrate come vittime del traffico di esseri umani nel 2017-18. Tuttavia, questa è un'enorme sottostima. Un rapporto dell'Alleanza 8.7 stima che, nel 2016, in Europa e in Asia centrale le vittime della schiavitù moderna erano 3,6 milioni;
Il basso tasso di natalità - Non un solo Stato europeo ha un tasso di natalità sufficiente a mantenere la sua popolazione: 2,1 nati vivi per donna. Come si vede nella figura , in alcuni paesi dell'Europa dell'Est e lungo il Mediterraneo i tassi di natalità sono spaventosamente bassi. Il tasso del Regno Unito per il 2018, non più indicato nei rapporti Eurostat dalla sua uscita dall'UE, si è attestato a 1,70
Le questioni di genere, più specificamente il numero crescente di persone che si identificano come in particolare tra le giovani generazioni. Un sondaggio del 2016 di Dalia Research ha rilevato che il 5,9% degli europei si identifica come LGBT, dal 7,4% in Germania all'1,5% in Ungheria. Tra i ragazzi dai 14 ai 29 anni, il 16% ha descritto il proprio orientamento sessuale come qualcosa di diverso dall'eterosessuale. Non dobbiamo dimenticare che le persone LGBT+ subiscono terribili crimini d'odio in molti Paesi europei. Eppure in altri, come il Regno Unito, la situazione è ribaltata. Vengono etichettati come transfobici coloro che esprimono sostegno a qualcuno che ha perso il suo lavoro dopo aver twittato che le persone transgender non possono cambiare il loro sesso biologico, e i cristiani vengono accusati di incitamento all'odio perché sfidano l'approccio di sola affermazione all'identità di genere.
Come pregare?
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La migrazione pone enormi sfide e opportunità per le chiese e le agenzie missionarie europee. Il volto della cristianità europea sta cambiando. La prossima generazione europea sarà la più etnicamente diversificata della sua storia. Preghiamo che la Chiesa sia equipaggiata per questa missione;
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Il basso tasso di natalità è uno sprone pensare al crescente numero di europei anziani. Questa è una delle più grandi sfide per la missione in Europa oggi. Dio ha portato in Europa milioni di cristiani dal terzo mondo, molti dei quali trovano lavoro nella cura dei nostri anziani. Non dovremmo forse riflettere più profondamente su come collaborare con loro per sostenerli in questa frontiera della missione? Molti di loro hanno opportunità quotidiane di mostrare e raccontare il loro amore per Gesù. Più in generale, dato che l'Europa si trova ad affrontare crescenti tensioni intergenerazionali, la Chiesa può essere uno dei pochi posti dove le persone possono trovare una comunità veramente intergenerazionale e internazionale. Di per sé, questo potrebbe essere una potente dimostrazione della verità del Vangelo. Tuttavia, molte chiese hanno adottato un modello industriale compartimentato di chiesa, con silos di ministero dei bambini, chiesa dei giovani adulti, chiesa per gli anziani, e questo lavora contro questo senso di una famiglia intergenerazionale. Preghiamo che le nostre chiese sappiano essere una famiglia intergenerazionale.
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Il numero crescente di giovani che si identificano come LGBT+ non può essere ignorato. La filosofia postmoderna ha alimentato lo scetticismo sul concetto binario di genere "che promuove l'idea del nostro sesso biologico come un problema da superare piuttosto che una risorsa nella costruzione della nostra identità." In questo momento in cui l'orientamento sessuale è diventato una delle più importanti etichette di identità disponibili, le chiese hanno bisogno di riflettere profondamente su questi temi. Abbiamo bisogno di insegnare una teologia del corpo che mostri "come il vangelo è una buona notizia per il nostro io fisico.” Tuttavia, forse è ancora più importante ricordare a noi stessi l'amore che Gesù aveva per coloro che erano spezzati. Dobbiamo ricordare che uno dei primi non ebrei ad essere raggiunto dal vangelo fu l'eunuco etiope (Atti 8). Le persone transgender si aspettano che la chiesa sia un luogo dove saranno giudicate e rifiutate. Preghiamo che possiamo accogliere amorevolmente e graziosamente le persone transgender in mezzo a noi mentre insegniamo senza remore una teologia biblica del corpo e della sessualità.
Nel tuo contesto
Quali delle tre sfide sopracitate vedi più attuale per il tuo contesto? Nella tua città? Nella tua chiesa?
Come potresti incoraggiare la chiesa locale a coltivare l’accoglienza dei migranti? Come potresti incoraggiarla a essere più trangenerazionale? Credi che la tua chiesa sarebbe pronta ad accogliere persone che hanno problemi di identità di genere? Se no, come potreste crescere in questo?
L’Europa e la missione cristiana – la sfida dei cambiamenti climatici
A livello globale, diciannove degli anni più caldi mai registrati si sono verificati dall'inizio del millennio. L'Europa si sta riscaldando più velocemente della media globale. I quattro anni più caldi in Europa dall'inizio della registrazione sono stati il 2014, il 2015, il 2018 e il 2019. Il 2018 ha visto un numero straordinario di eventi climatici estremi in Europa. Il Nord Europa ha visto i termometri toccare i massimi storici. Tuttavia, i fenomeni estremi non si limitano alle ondate di calore. Le inondazioni stanno diventando un problema regolare in molti Paesi europei. Il 15 e 16 luglio 2021, l'ovest della Germania, il Belgio, il Lussemburgo e i Paesi Bassi, hanno subito la peggiore inondazione in una generazione con la perdita quasi certamente di centinaia di vite. Il cambiamento climatico è uno dei fattori che sta spingendo la migrazione verso l'Europa, ma potrebbe anche diventare una realtà all'interno dell'Europa nella prossima generazione, dato che alcune regioni e città diventano luoghi inospitali per vivere. Molti agricoltori ritengono che questi fenomeni meteorologici estremi stiano già mettendo a rischio la sicurezza alimentare del continente. Altre ricerche recenti suggeriscono che le sostanze chimiche nell'ambiente possono anche essere associate al crollo dei tassi di fertilità del terreno non solo in Europa ma in tutto il mondo.
Come pregare?
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Se la missione scaturisce dall'amore di Dio per la sua creazione, allora la cura della creazione dovrebbe essere al centro del messaggio cristiano. Non dobbiamo dimenticare che lo scopo ultimo di Dio è di riconciliare "tutte le cose" in Cristo (Colossesi 1:15-20).
Preghiamo che:
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la Chiesa in Europa sviluppi una teologia che include la cura del creato;
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Che sapremo connetterci alle nuove generazioni che hanno a cuore questo tema mettendo il Vangelo al centro di questo.
Nel tuo contesto
In cosa osservi le conseguenze del cambiamento climatico? Ci sono spazi in cui la tua chiesa potrebbe partecipare in modo missionale per aiutare la vostra città nella cura del creato?
L’Europa e la missione cristiana – il progresso tecnologico
I sei megatrend tecnologici che stanno plasmando il futuro del nostro continente:
i. Le persone e internet. Il modo in cui ci connettiamo con gli altri e condividiamo informazioni si sta trasformando. La tecnologia indossabile e impiantabile diventerà una parte normale della vita.
ii. Informatica, comunicazioni e archiviazione ovunque. La riduzione dei costi darà a quasi tutti un accesso quasi illimitato alla potenza di calcolo e all'archiviazione digitale.
iii. L'Internet delle cose. Vestiti, accessori, trasporti, le nostre case e i processi di produzione che li forniscono, saranno tutti abilitati dalla tecnologia.
iv. Intelligenza artificiale (AI) e grandi dati. La digitalizzazione esponenziale sta creando esponenzialmente più dati su tutto e tutti. Questo avrà un enorme impatto sul processo decisionale e sull'occupazione.
v. La sharing economy e la fiducia distribuita. Internet supporta nuove economie e beni condivisi. La tecnologia diventa un'alternativa e alla fine una sostituzione delle banche centrali.
vi. La digitalizzazione della materia. Gli oggetti fisici vengono sempre più "stampati" in 3D, permettendo di fabbricare semplici oggetti in casa, e persino di costruire le case stesse. Nel settore medico, si stanno già sviluppando strumenti chirurgici unici, protesi su misura e persino pelle umana stampata in 3D.
Anche una considerazione sommaria di questi sei cambiamenti ci dà un'idea di quanto il nostro contesto e i nostri mezzi di comunicazione siano stati trasformati dall'innovazione tecnologica, e non sempre in meglio.
Uno degli impatti più profondi della rivoluzione digitale è il suo impatto sulla conoscenza e sulla percezione della verità. In un mondo digitale, le informazioni, vere o false che siano, si diffondono rapidamente. La ricerca sta rivelando che la nostra vulnerabilità è il risultato dell'"effetto verità illusoria", un fenomeno per cui le persone valutano le affermazioni ripetute come più veritiere di quelle non ripetute. Più volte vediamo ripetere un'informazione, più è probabile che crediamo che sia vera. Che sia vero o meno è quasi irrilevante. Se produce il risultato desiderato, che sia l'acquisto di un certo prodotto, un voto per un dato partito o una risposta politica più radicale, è tutto ciò che conta. La rivoluzione digitale è anche una rivoluzione epistemologica.
Altro aspetto cruciale è l’impatto dei social media sulla salute mentale. Gli ultimi dieci anni hanno visto molti di noi passare a un mezzo completamente nuovo di interazione umani: i social media sui nostri telefoni cellulari. L’aspetto positivo è che ci permette di essere collegati con tutto il mondo. Allo stesso tempo, si pensa che la "dipendenza da social media" colpisca circa il 5% dei giovani e questo è dovuto principalmente alla sua compulsività e alcuni studi hanno mostrato che un uso prolungato delle piattaforme di social media può essere collegato alla depressione, all'ansia e allo stress.
Come pregare?
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La rivoluzione digitale presenta opportunità per la missione cristiana. Preghiamo per coloro che lavorano nella tecnologia dell'informazione;
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Preghiamo che la chiesa diventi sempre più creativa in questo senso;
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Tuttavia, ci sono anche alcune sfide significative, non ultima la fondamentale sfida epistemologica dettagliata in questo rapporto. Preghiamo che possiamo presentare la verità del vangelo agli europei che sono così suscettibili all'inganno digitale. Preghiamo che i leader della chiesa e gli operatori missionari siano meglio equipaggiati con gli strumenti di base della teologia digitale
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L’'impatto dei social media sulla salute mentale dei giovani di oggi. Preghiamo che i giovani cristiani imparino la disciplina nell’uso dei loro telefoni cellulari. Preghiamo che i leader dei giovani sappiano aiutare questa generazione a navigare in questo nuovo mondo?
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Possiamo trarre vantaggio dall'aggiornamento tecnologico che è risultato dal Covid-19, ma dobbiamo anche riconoscere i lati negativi degli incontri virtuali e del lavoro virtuale. Preghiamo di imparare sempre di più la bellezza della comunità e come possiamo coltivare questi insegnamenti
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La tecnologia ha anche incrementato il lavoro precario di tanti operatori informatici. Preghiamo per il nostro continente e per le conseguenze negative di tanto lavoro precario che genera instabilità nella vita delle persone.
Nel tuo contesto
In cosa osservi le sfide di cui sopra? Come puoi aiutare la prossima generazione nel tuo contesto di città e chiesa a essere consapevoli degli inganni della rete? Come puoi incoraggiarli ad amare la comunità in presenza?
L’Europa e le tendenze della missione cristiana - Missione ridistribuita
Come dice Chris Wright, "Non è tanto il caso che Dio abbia una missione per la sua chiesa nel mondo, quanto che Dio abbia una chiesa per la sua missione nel mondo. " Così, come ci impegniamo nella missione in un determinato luogo, lo facciamo con la consapevolezza che Dio è già lì e può benissimo avere altri che stanno anche partecipando alla sua missione. L'apostolo Paolo si rallegrava con i credenti di Filippi per la loro "partecipazione al vangelo" (Fil.1:5). Purtroppo, la scelta di tradurre κοινωνίᾳ ὑμῶν εἰς τὸ εὐαγγέλιον, letteralmente "comunione nel vangelo", come partnership nel vangelo, ha i suoi problemi. La parola partnership ha connotazioni legali associate alle "parti" che ciascuno accetta di eseguire. La comunione è ampia e fondamentalmente relazionale. La partnership è specifica, utilitaristica, contingente e spesso paternalistica, con una parte (generalmente quella che controlla il denaro) che domina l'altra. La storia della missione nel XX secolo è disseminata di tristi storie di partnership fallite. C’è bisogno di riconcepire la partnership come collaborazione, una relazione con l'altro e con Dio che riecheggia i concetti biblici di alleanza e comunione (koinonia). Questo tipo di collaborazione è una condivisione della missione di Dio che è caratterizzata dalla reciprocità e dalla mutualità, non solo l'adempimento di parti contrattuali. Dobbiamo passare dal parlare di partnership a parlare di collaborazione, che è molto più vicino al linguaggio di Paolo di "collaboratori" o "compagni di lavoro" (Rom. 16:21; Fil. 2:25, 4:3; Col. 4:11; Tess.1 3:2; Filemone 24). Il vangelo di Gesù Cristo riguarda fondamentalmente le relazioni, il ripristino della nostra relazione con Dio e tra di noi, "perché tutti voi che siete stati battezzati in Cristo vi siete rivestiti di Cristo. Non c'è giudeo né gentile, non c'è schiavo né libero, non c'è maschio e femmina, perché tutti voi siete uno in Cristo Gesù." (Galati 3:27,28) Siamo chiamati all'unità, ad abbattere i muri di ostilità che ci separano, perché la missione cristiana è un ministero di riconciliazione (2 Corinzi 5:18). Purtroppo, troppo spesso nelle nostre collaborazioni, mettiamo il prodotto, lo scopo, l'obiettivo o i risultati davanti alla relazione. Non dovremmo mai dimenticare il legame tra unità e missione: "Io in loro e tu in me - affinché siano portati alla completa unità. Allora il mondo saprà che tu mi hai mandato e li hai amati come hai amato me" (Giovanni 17,23) L'Alleanza Evangelica Europea e Losanna Europa hanno ruoli chiave da svolgere in questo. Raggiungere gli Europei di oggi ci richiederà di trovare nuovi modi di lavorare insieme, attraverso le generazioni, i confini nazionali e culturali, e di trovare modi in cui gli europei nativi e i leader delle chiese della diaspora possano collaborare. Abbiamo bisogno di una ridistribuzione della missione, una messa in comune e una condivisione del nostro patrimonio spirituale. Perché siamo tutti collaboratori di Dio nella Sua missione in Europa oggi.
Proprio mentre stavamo facendo i conti con la prima serrata di Covid-19, l'uccisione di George Floyd da parte di un poliziotto statunitense ha scatenato un'indignazione globale e ha messo a fuoco la questione della giustizia razziale. L'eredità del colonialismo potrebbe sembrare irrilevante per la maggior parte dei nativi europei, ma le ingiustizie e le disuguaglianze che ha generato sono un ricordo recente per molte comunità della diaspora. Continuano a sperimentare l'emarginazione e a volte il razzismo vero e proprio in molti Paesi europei.
Questo rapporto sulla situazione missiologica dell’Europa sostiene con forza la necessità di una maggiore collaborazione tra le chiese della diaspora e quelle autoctone in Europa. Perché questo accada, devono essere fatti sforzi più concertati per costruire una comprensione reciproca. Se crediamo veramente nella missione di Dio, e che Dio ha ridistribuito il suo popolo per la ri-evangelizzazione dell'Europa, allora costruire ponti di comprensione e collaborazione attraverso le divisioni nazionali, confessionali e razziali è un compito essenziale della missione in Europa oggi.
Come pregare?
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Che la Chiesa europea abbracci la missione della giustizia sociale e sia una voce profetica nella società in questo campo;
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Che la Chiesa si faccia mediatrice di riconciliazione razziale laddove le ostilità legate alle differenze etniche e razziali permangono;
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Che la Chiesa sia un vero esempio di koinonia nel Vangelo.
Nel tuo contesto
Vedi il bisogno di koinonia del Vangelo nel contesto delle chiese della tua città? In quali modi la tua chiesa potrebbe promuovere la koinonia?
L’Europa e le tendenze della missione cristiana - Missione trasferita
Il 20° secolo ha visto uno spostamento significativo nella localizzazione della missione. Nel 1910, più dell'80% dei cristiani del mondo provenivano dal Nord globale. Oggi, l'85% di tutte le persone e il 66% di tutti i cristiani si trovano nel mondo maggioritario. Meno di un cristiano su quattro oggi si trova in Europa. Dove si svolge la missione, e da chi viene fatta, ha subito una trasformazione completa. Sono finiti i giorni di "Dall'Occidente verso il resto del mondo". Come dice Dana Robert, "alla fine del XX secolo lo sviluppo più significativo nella struttura delle missioni non è stata la fine del movimento missionario, ma la sua trasformazione in una rete multiculturale e multiforme. "La missione globale oggi è policentrica, polidirezionale e polifonica. Viviamo in un'epoca di cristianesimo mondiale in cui la missione è fatta da "Tutti verso Ovunque". In Europa, ci sono ancora molti Paesi dove il numero di cristiani evangelici è incredibilmente piccolo. La fondazione di chiese pioniere è ancora necessario, e le agenzie di missione che inviano fondatori di chiese a livello transnazionale avranno ancora un ruolo da svolgere, ma sempre più spesso questi fondatori di chiese pioniere sono cittadini o missionari della diaspora che vivono già in quel luogo. È così che dovrebbe essere. La nazionalizzazione o indigenizzazione delle attività missionarie è una tendenza globale. Jay Matenga, il direttore esecutivo della Commissione per le missioni della WEA, arriva a dire che "il futuro delle missioni è indigeno". Qualcuno che è indigeno in un luogo particolare ha una connessione speciale con il luogo e la comunità. Capisce la cultura, i valori e le convinzioni condivise dalle persone che vivono in quel luogo. Di conseguenza, la proclamazione e la dimostrazione del vangelo assumeranno più facilmente forme locali. Questo va oltre la contestualizzazione di un messaggio straniero. Come Matenga scrive altrove, "L'indigenizzazione... permette alla conoscenza di Dio di crescere all'interno di un gruppo di persone, governate da loro e dalla loro crescente relazione con Cristo nel loro contesto, e in dialogo con la Scrittura e il resto della Chiesa globale". Una comprensione indigena della missione cristiana sarà intrinsecamente comunitaria, di proprietà della comunità locale piuttosto che sotto il controllo di una chiesa straniera o di un'agenzia missionaria. Si concentrerà sull'invio dell'intero popolo di Dio proprio dove si trova, ogni giorno della settimana, dove vive e lavora, fa acquisti e gioca. Naturalmente, deve essere bilanciato con una visione del mondo. La missione è "fino ai confini della terra" (Atti 1:8), ma al punto di contatto, tutta la missione è locale.
Nel caso delle agenzie missionarie in Europa, il Covid-19 ha evidenziato alcune delle debolezze fondamentali del nostro paradigma di invio, come la nostra dipendenza da condizioni geopolitiche favorevoli (libera circolazione, visti, viaggi aerei facili ed economici, ecc.), i nostri costosi modelli di sostegno ai missionari (indennità, assicurazione sanitaria, istruzione dei bambini, pensione, formazione, quote amministrative, ecc.). Tuttavia, dobbiamo mantenere una visione della missione globale. Dio è in movimento in tutto il mondo, e ci sono ancora parti del mondo che non sono raggiunte dal vangelo, sia qui in Europa che più lontano. L'Europa ha ancora un ruolo da svolgere nelle missioni globali. Gran parte della missione oggi riguarda la costruzione di reti in modo che le risorse di Dio in un luogo possano estendere il Suo Regno in un altro. Ci sarà sempre un posto per il missionario transculturale, ma questo non può essere il modo normale della missione in un'epoca di cristianesimo mondiale.
Come pregare?
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Per le chiese nei Paesi europei che sono stati storicamente campi di missione (Italia compresa). Preghiamo che ci sia sempre più formazione per i leader indigeni e che questi possano prendere in mano la guida delle chiese e delle missioni;
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Per chiese locali generose che sostengano leader e missionari e non dipendano da fondi stranieri;
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Per una sinergia fra missionari stranieri e chiese locali affinché cooperino per la missione di Dio nel contesto locale;
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Che la Chiesa europea continui ad avere un cuore per i Paesi meno raggiunti dal Vangelo e sostenga la missione in quei Paesi in tutti i modi possibili.
Nel tuo contesto
Ci sono missionari stranieri nel tuo contesto di città e chiesa? In che modo lavorano in sinergia con la chiesa locale? Che passi sarebbero necessari per migliorare questa sinergia? Quanto la tua chiesa dipende da missionari stranieri? In che modo si potrebbe incoraggiare la missione indigena? In che modo la tua chiesa potrebbe sostenere la missione in parti del mondo in cui il Vangelo è meno presente?
L’Europa e le tendenze della missione cristiana - Missione ridefinita
Quando parliamo di "missione" assumiamo un significato che risale agli apostoli, ma in realtà la parola è stata usata per la diffusione della fede cristiana solo di recente, nel XVI secolo. Inoltre, come descrive Transforming Mission di David Bosch, la comprensione della missione da parte della Chiesa è passata attraverso non meno di sei cambiamenti di paradigma negli ultimi duemila anni. Uno di questi nuovi paradigmi della missione è emerso nel corso della nostra vita, poiché "nell'ultimo mezzo secolo circa c'è stato uno spostamento sottile ma nondimeno decisivo verso la comprensione della missione come missione di Dio. " Oggi, la missione è più frequentemente definita come partecipazione alla missione del Dio Trino, o come dice Kirsteen Kim, "unirsi allo Spirito".
La trasformazione della comprensione della missione negli ultimi cinquant'anni ha molte dimensioni. Al Congresso di Losanna del 1974 sull'evangelizzazione mondiale, il defunto missiologo latinoamericano René Padilla sfidò la dicotomia tra evangelismo e azione sociale nella comprensione evangelica della missione che si era sviluppata nella metà del XX secolo. Come ha detto altrove:
“La proclamazione del vangelo (kerygma) e la dimostrazione del vangelo che si dà nel servizio (diakonía) formano un tutto indivisibile. L'uno senza l'altro è un vangelo incompleto, mutilato e, di conseguenza, contrario alla volontà di Dio. Da questa prospettiva, è sciocco chiedere l'importanza relativa dell'evangelismo e della responsabilità sociale. Questo sarebbe equivalente a chiedere l'importanza relativa dell'ala destra e dell'ala sinistra di un aereo.”
Questo argomento, che sia l'evangelismo che la responsabilità sociale sono aspetti essenziali del vangelo cristiano, ha visto la frase spagnola "misión integral" entrare nel linguaggio della missione. Sebbene il concetto di missione integrale non sia accettato da tutti gli evangelici, la missione è ampiamente intesa per includere il servire i poveri, il parlare di questioni di giustizia e la preoccupazione per l'ambiente. Purtroppo, a volte è la proclamazione del vangelo che viene lasciata fuori.
Durante gli anni ottanta e novanta, Lesslie Newbigin ha portato una nuova sfida a coloro che erano impegnati nella missione in Occidente. Sosteneva che la chiesa aveva bisogno di ripensare a come comunicare il vangelo nelle culture secolari occidentali; che la realtà dell'Europa post-cristiana richiedeva di pensarci come missionari che cercano di raggiungere la nostra stessa cultura. Alla fine questo ha portato all'invenzione di una nuova parola, missionale, e a nuove definizioni di missione come "la missione non è qualcosa che la chiesa fa come attività; è ciò che la chiesa è". Così, oggi, siamo sfidati a vivere uno stile di vita missionario, dove la proclamazione e la dimostrazione del vangelo sono vissute a prescindere dal nostro lavoro. La missione non riguarda più solo ciò che accade in parti lontane del mondo, ma il discepolato di tutta la vita nel qui e ora, o almeno dovrebbe essere così.
Accanto alla riflessione sulla pratica della missione, c'è stata una riflessione più profonda sulla teologia della missione. L'opus magnum di Chris Wright La Missione di Dio ha cercato di dimostrare che il mandato per la missione non si trova solo nel Grande Mandato di Matteo 28, ma in tutta la Bibbia dalla Genesi all'Apocalisse. La missio Dei, la vita auto-donante di Dio, ci è rivelata in tutta la Scrittura, e quindi tutta la pratica della missione, dalla fondazione di chiesa alla cura della creazione, dalla campagna per la giustizia al ministero giovanile, deriva da questo.
Probabilmente è troppo presto per commentare l'impatto del Covid-19 sulla nostra comprensione della missione, ma possiamo fare alcune osservazioni. La pandemia ha sconvolto i nostri modelli di culto e di comunione, ma non ha cambiato l'essenza di ciò che è la chiesa, né il compito della missione. Si tratta di discepoli che seguono fedelmente Cristo in ogni sfera della vita e di comunità di seguaci di Gesù che insieme testimoniano la Sua vita, morte e risurrezione. Siamo chiamati a seguire come discepoli per tutta la vita e a riunirci e andare avanti insieme come comunità che testimoniano. Niente di tutto ciò implica un edificio. Come dice Jason Mandryk di Operazione Mondo: "Il Covid-19 sta dimostrando in tutto il mondo che l'essenza della Chiesa non è nelle strutture fisiche, ma nelle persone che aderiscono alla Sua parola e sono riempite del Suo Spirito".
Come pregare?
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Per una Chiesa in Europa che viva la missione in modo integrale;
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Per il superamento della dicotomia fra proclamazione e azione sociale;
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Per credenti preparati a essere missionali nel loro contesto.
Nel tuo contesto
Quali esempi hai intorno a te di chiese che vivono la missione in modo integrale? In quali aspetti della missione la tua chiesa locale ha bisogno di crescere? Quali sono i bisogni della città in cui vivi a cui la chiesa potrebbe rispondere in modo missionale?
L’Europa e la missione cristiana – la prossima generazione
Nel maggio 2018 Steven Bullivant, professore alla St Mary's University di Londra, ha pubblicato un'analisi degli atteggiamenti religiosi dei giovani di 16-29 anni di tutta Europa. Ha scoperto che il 70% dei giovani britannici dice di non avere "nessuna religione", ma questa è solo la quinta percentuale più alta, dietro i Paesi Bassi con il 72%, la Svezia con il 75%, l'Estonia con l'80% e la Cecenia con il 91%. Per quanto riguarda Bullivant, "il cristianesimo come default, come norma, è andato, e probabilmente andato per sempre - o almeno per i prossimi 100 anni. " Tuttavia, Dio sta facendo sorgere una nuova generazione di seguaci di Gesù che stanno raccogliendo la sfida di raggiungere la gioventù secolarizzata d'Europa. Molto di questo avviene nei ministeri della gioventù delle chiese locali in tutto il continente, a volte sostenute da organizzazioni come Josiah Venture che lavorano a fianco delle chiese in tutta l'Europa centrale e orientale. Alcuni ministeri paraecclesiali si sono concentrati sulla prossima generazione per decenni: YWAM, The Navigators e IFES Europe, per nominarne solo tre. In anni più recenti, nuovi movimenti come 24/7 Prayer o Steiger hanno portato nuova energia e nuove idee su come raggiungere "la più grande cultura non raggiunta oggi: la cultura giovanile globale." Inoltre, iniziative carismatiche come Awakening Europe, Holy Spirit Nights, e The Send, stanno chiamando i giovani europei a cercare il risveglio. A sostegno di tutto questo, Youthscape sta producendo una ricerca innovativa sulla pastorale giovanile, e un nuovo centro di ricerca sui giovani è stato aperto presso la Libera Università Teologica di Giessen in Germania.
Anche prima che la pandemia colpisse, l'Organizzazione Mondiale della Sanità stava segnalando "un alto e crescente tasso di problemi di salute mentale e comportamentale negli adolescenti ... il 29% delle ragazze di 15 anni e il 13% dei ragazzi di 15 anni nei Paesi europei hanno riferito di "sentirsi giù" più di una volta a settimana. " Il rapporto ha anche scoperto che il suicidio è la principale causa di morte tra gli adolescenti (10-19 anni) nei Paesi a basso e medio reddito e la seconda causa nei Paesi ad alto reddito in Europa. L'impatto del Covid-19 sulla prossima generazione è già stato enorme e potrebbe avere implicazioni per i decenni a venire. Lo scompiglio e le incertezze che la pandemia ha portato hanno avuto un ulteriore pesante tributo sulla salute mentale dei giovani.
Come pregare?
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Per una Chiesa pronta a comprendere e sostenere la fragilità di questa generazione e a offrire risposte col Vangelo;
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Che i leader della Chiesa sappiano motivare e coinvolgere la generazione Z alla missione; e
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Che la generazione Z abbracci la sfida della missione e che in questa generazione sorgano nuovi leader a cui passare il testimone;
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Per una scuola che sappia formare, istruire e preparare al mondo del lavoro;
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Per la presenza di credenti nel mondo della scuola e dell’istruzione in generale
Nel tuo contesto
In che modo la tua chiesa locale raggiunge la generazione Z? Cosa potrebbe ancora fare che non sta facendo? Quali sono le scuole del tuo quartiere per cui potreste pregare come chiesa? Chi sono gli insegnanti e gli educatori nella tua chiesa e come puoi pregare per loro?
L’Europa e la missione cristiana – i movimenti di fondazione di chiese
Nel 2011 si stimavano circa 342 organizzazioni missionarie coinvolte in qualche modo nella fondazione di nuove chiese. Accanto alle molte agenzie di missione internazionale elencate, c'erano molte denominazioni o reti di chiese che stavano cercando di fondare nella propria nazione e talvolta a livello internazionale. Da allora, la fondazione di chiese ha accelerato in tutta Europa, in parte, a causa dell'emergere di piattaforme nazionali di fondazione di chiese. La visione del CNEF86 (Consiglio Nazionale degli Evangelici Francesi) "1 pour 10.000", che significa una chiesa evangelica per ogni 10.000 persone, ha stimolato l’avvio di chiese in Francia e ha visto, in media, una chiesa fondata ogni sette giorni circa negli ultimi anni. Piattaforme simili sono emerse in molti Paesi europei, alcune come risultato di processi per facilitare la fondazione di chiese. Iniziative denominazionali di fondazione di chiese come il progetto 2020 Visión Alcance delle Assemblee di Dio in Spagna, o i Partenariati Missionari della Federazione Battista Europea, hanno entrambi visto centinaia di chiese impiantate negli ultimi anni. Le agenzie missionarie che si concentrano sulla fondazione di chiese come la European Christian Mission (ECM), Greater Europe Mission (GEM), Operation Mobilisation (OM) e Communitas, continuano a fare la loro parte nell'avviare nuove comunità cristiane, spesso in collaborazione con le chiese nazionali. Sarebbe negligente non menzionare l'importanza dei centri per la moltiplicazione delle chiese come l'Istituto per l'Evangelismo e lo Sviluppo della Chiesa in Germania e il Gregory Centre a Londra, o di eventi come l'European Leadership Forum. Accanto alla fondazione di chiese, abbiamo visto l'emergere di nuove forme di comunità cristiane che non sempre assomigliano alle chiese convenzionali. Possono essere chiamate "Fresh Expressions", comunità missionarie, o possono resistere del tutto alla classificazione, ma l'innovazione di nuove comunità di seguaci di Gesù che raggiungono coloro che non potrebbero mai impegnarsi con le chiese "convenzionali", è uno dei modi in cui lo Spirito Santo sta rinnovando e facendo crescere la chiesa in Europa. Poi ci sono movimenti che fanno discepoli come The Navigators, The Turning, o il Go Movement, che si concentrano sull'evangelizzazione e il discepolato di nuovi cristiani. In breve, la ri-evangelizzazione dell'Europa attraverso i movimenti di fondazione di chiese ha molti attori.
Come pregare?
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Preghiamo che la creatività e lo zelo nell’avviare nuove chiese siano accompagnate dalla perseveranza
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Preghiamo che la creatività sia accompagnata dall’ortodossia biblica nell’essere una chiesa fedele al Vangelo
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Preghiamo per chiese che siano inserite nei contesti locali e facciano la differenza laddove sono
Nel tuo contesto
Quali sono i progetti di fondazione di chiese nella tua città? In quale quartiere vedi un bisogno della presenza di una chiesa? In che modo la tua chiesa potrebbe essere coinvolta?
L’Europa e la missione cristiana – le chiese della diaspora
Il fenomeno delle chiese della diaspora è il risultato della migrazione di cristiani da altri luoghi, sia in questa generazione che nelle generazioni passate. Come ha fatto nel corso della storia, Dio sta usando gli immigrati per ri-evangelizzare il continente europeo. Le chiese della diaspora non sono una novità in Europa, ma fanno parte della storia europea. Molte città in tutta Europa hanno consistenti comunità della diaspora europea e chiese storiche della diaspora. Anche negli ultimi anni, la migrazione da est a ovest in Europa ha visto la creazione di molte chiese rumene in Spagna, o chiese polacche nel Regno Unito, per esempio. I migranti latino-americani hanno fondato migliaia di chiese in Spagna, Portogallo e oltre negli ultimi trent'anni. È difficile trovare una grande città europea che non abbia una grande congregazione di lingua spagnola e/o brasiliana. Allo stesso modo, le chiese cinesi possono essere trovate quasi ovunque. La Chinese Overseas Christian Mission elenca oltre 120 congregazioni di lingua cinese nel Regno Unito e altre 150 nel resto d'Europa, anche se questa è certamente solo una frazione delle chiese realmente esistenti.
Tuttavia, sono le chiese africane nere ad essere le più numerose. Le chiese pentecostali di iniziativa africana sono migliaia solo in Gran Bretagna. Le chiese africane in Europa hanno avuto finora molto successo solo nell'evangelizzare i compagni africani. Una piccolissima parte di loro ha fatto qualche incursione raggiungendo gli europei. Molti dicono che è troppo difficile raggiungere gli europei. Molti mi hanno detto: "Ci costringe a fare le cose diversamente, e questo è troppo scomodo". Con "fare le cose in modo diverso", intendono cose come avere funzioni di culto più brevi o dover abbracciare l'evangelismo relazionale. Per questi pastori che almeno vogliono o cercano di impegnarsi nella missione tra gli europei, la loro presenza in Europa fa loro credere di dover essere missionari per gli europei. Come tali, cercano di contestualizzare i loro ministeri per gli europei, sperimentando pochissimo successo lungo la strada. La maggior parte di loro non ha una formazione che permetta loro di capire come dovrebbe essere la missione interculturale per gli europei. Tuttavia, non tutta la responsabilità di questo fallimento è da attribuire ai leader delle chiese della diaspora. Molte chiese native europee non hanno voluto, o non hanno saputo come, aiutare i cristiani della diaspora a raggiungere la popolazione locale. Tuttavia, la debolezza delle chiese storiche in molti Paesi europei ha generato un bisogno e un desiderio di collaborazione. Inoltre, man mano che i cristiani della diaspora di seconda e terza generazione diventano leader, cercano sempre più di stabilire chiese interculturali che possano raggiungere più facilmente i nativi europei. Il futuro della chiesa in Europa potrebbe dipendere dall'emergere di un cristianesimo interculturale veramente europeo.
Come pregare?
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Che come chiese europee possiamo riconoscere che i provenienti dal Sud del globo, hanno molti doni da condividere con i loro fratelli e sorelle in Europa: la loro vibrante spiritualità, il loro zelo evangelistico e, forse più di ogni altra cosa, la loro incrollabile fiducia nell'azione di Dio. Inoltre, la loro teologia riconosce la realtà di forze spirituali che spesso hanno poco o nessun posto nel pensiero occidentale, Di fronte all'avanzata apparentemente irrefrenabile della secolarizzazione in Europa, queste sono benedizioni di Dio per le chiese d'Europa.
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Che i fratelli e le sorelle immigrati possano riconoscere che hanno bisogno di comprendere il contesto in cui sono per poter raggiungere gli Europei, perciò per la formazione teologica e missiologica dei leader delle chiese della diaspora affinché abbiano gli strumenti per impegnarsi con successo nella missione agli europei. Che le scuole bibliche e i programmi di formazione tengano conto della necessità di formare chi vuole raggiungere il contesto europeo ma non è cresciuto in Europa.
Nel tuo contesto
Fai un elenco delle chiese della diaspora nel tuo contesto. Con quali sei in contatto? Cosa sai del loro lavoro di evangelizzazione? Quali passi potreste fare con la tua chiesa locale per avvicinarvi?
L’Europa e la missione cristiana – la presenza dell’Islam
Recenti statistiche suggeriscono aumenti percentuali altissimi di musulmani: un europeo su venti si identifica come "musulmano", per un totale di circa milioni 26 persone. Consideriamo che sia i richiedenti asilo che le significative popolazioni musulmane nei Balcani mancano da queste cifre. Forse la parte più interessante del rapporto sono le proiezioni delle popolazioni musulmane in Europa nel 2050 sotto tre diversi scenari. Nello scenario a migrazione zero, nessun tipo di migrazione ha luogo verso o dall'Europa. Nello scenario a media migrazione, la migrazione regolare continua ma i flussi di rifugiati cessano. Nello scenario di alta migrazione, i modelli di afflusso di rifugiati dal 2014 alla metà del 2016 continuano in aggiunta alla migrazione regolare. Il numero crescente di musulmani in Europa, combinato con la contrazione della popolazione non musulmana fa prevedere che la quota di musulmani nella popolazione europea aumenterà in tutti e tre gli scenari. Anche se tutti i Paesi dovessero chiudere le loro frontiere a qualsiasi ulteriore migrazione (lo scenario "migrazione zero"), la quota musulmana della popolazione nei 30 Paesi è stimata in aumento dal 4,9% nel 2016 al 7,4% nel 2050. Lo scenario di media migrazione vedrebbe la quota salire all'11,2% della popolazione entro il 2050, e se i flussi di rifugiati dovessero continuare al ritmo attuale, la quota sarebbe anche del 14%. Anche nello scenario di media migrazione più probabile, molti Paesi dovrebbero sperimentare aumenti significativi della loro popolazione musulmana: Svezia (+12%), Regno Unito (+10%), Finlandia (+9%), Francia (+9%), Norvegia (+8%), Italia (+8%), e Belgio (+7%).
Il problema con tutte queste statistiche è che raggruppano tutti i musulmani. Qui non stiamo parlando solo delle differenze tra i diversi filoni dell'Islam (sunniti, sciiti, Ahmadiyya, e così via) ma piuttosto delle loro diverse esperienze di vita. C'è un mondo di differenza tra un musulmano indigeno dei Balcani e quello di un rifugiato o richiedente asilo dalla Siria, dall'Iran o dall'Iraq. Quell'esperienza è diversa anche da quella delle comunità di seconda e terza generazione provenienti da Algeria, Pakistan o Bangladesh, per esempio, in molti Paesi europei. Poi, naturalmente, abbiamo le sorprendenti storie dei credenti di base musulmani che stanno venendo a Cristo in numeri straordinari, in particolare gli iraniani, e ci si aspetta che questo aumenti.
Infine, è importante notare che queste sono statistiche nazionali. Le comunità della diaspora tendono a raggrupparsi, e i musulmani non fanno eccezione. Ci sono città come Birmingham, Bruxelles, Marsiglia o L'Aia, con popolazioni musulmane più alte della media nazionale, e zone all'interno delle città con percentuali ancora più alte. In queste zone, l'influenza musulmana può essere molto forte, persino dominante.
Come pregare?
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Che la Chiesa sia formata per interagire coi musulmani;
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Che il nostro pensiero, atteggiamento, comportamento nei confronti dell'Islam in Europa sia guidato dall'amore di Dio manifestato sulla croce del Golgota;
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Che possiamo unire alla proclamazione del Vangelo la dimostrazione di questo tramite atti di servizio che dimostrano compassione;
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Che il modo in cui viviamo la nostra fede in modo pubblico sia di testimonianza per i musulmani, per i quali la fede resta un fatto pubblico e non una fede privata come il pensiero secolare sta cercando di insegnare.
Nel tuo contesto
Qual è la presenza dell’Islam nella tua città? Quali sono gli ambienti che ne sono maggiormente influenzati? Come può la tua chiesa servire questi ambienti?
L’Europa e la missione cristiana – la sfida di secolarizzazione e de-secolarizzazione
Per molti versi, il cristianesimo è ciò che ha fatto dell'Europa l'Europa. Nessun altro continente è stato esposto al cristianesimo per un periodo così lungo e in modo così esteso. Eppure, proprio come l'Europa è stato il primo continente ad essere cristianizzato, è stato anche il primo ad essere scristianizzato, non per la minaccia di una religione straniera, ma per un processo che è partito dall'interno. Siamo passati "da una società in cui era virtualmente impossibile non credere in Dio, a una in cui la fede, anche per il più convinto credente, è una possibilità umana tra le altre”. In sintesi questo ha significato:
i. La secolarizzazione degli spazi pubblici: cioè la cosiddetta "emancipazione" dei domini pubblici (stato, economia, scienza) da istituzioni e norme religiose, con la concomitante relegazione del credo religioso alla sfera privata.
ii. Il declino del credere e della pratica religiosa: sempre meno persone dicono di credere in Dio e/o di frequentare regolarmente una chiesa.
iii. I cambiamenti nella cultura tali per cui la miscredenza è vista come un'opzione praticabile: cioè, "il passaggio da una società in cui la fede in Dio è incontrastata e, in effetti, non problematica, a una in cui è intesa come un'opzione tra le altre, e spesso non la più facile da abbracciare." Lentamente ma inesorabilmente, l'idea che la vita possa essere vissuta senza riferimento a Dio ha messo radici nella mente europea.
I dati dell'edizione più recente dell'Indagine europea sui valori (EVS 2017-20) indicano che il 61% degli svedesi, il 53% degli olandesi, il 51% degli inglesi e dei norvegesi, e il 50% dei cechi dicono di non credere in Dio. Quando si tratta di frequentare la chiesa, solo uno su venti svedesi, norvegesi e finlandesi sono in chiesa in una determinata domenica, e un danese su quaranta! Il 63% dei francesi, il 61% dei cechi e il 60% dei britannici non frequentano mai una funzione religiosa.
Statistiche come queste sono spesso usate per sostenere che l'Europa è ormai completamente post-cristiana, eppure gli stessi dati mettono in evidenza le complessità e le contraddizioni. Con le eccezioni della Francia (23%) e della Svezia (19%), in ogni altro Paese europeo meno del 15% della popolazione si dichiara "ateo convinto". Anche nei Paesi più laici, circa una persona su sei o sette prega almeno una volta alla settimana: Repubblica ceca (15,1%), Svezia (15,7%) e Danimarca (13,5%).
Queste statistiche illustrano uno dei paradossi dell'Europa. In molti Paesi europei la Chiesa ha perso il suo ruolo dominante nella sfera pubblica e tuttavia c'è una riluttanza da parte di molti europei ad abbandonare del tutto il cristianesimo. Anche se le misure tradizionali dell'identità e dell'impegno religioso diminuiscono (appartenenza o frequentazione della chiesa), la fede in Dio e la pratica della preghiera privata continuano, evidenziando la famosa dicotomia di “Credere senza appartenere".
Inoltre, la presenza in Europa di fiorenti comunità di credenti, sia cristiani che di altre tradizioni religiose, insieme all'emergere di un cristianesimo de-istituzionalizzato e di persone che si descrivono come "spirituali ma non religiose", hanno portato alcuni a suggerire che ci stiamo muovendo verso una società post-secolare. Viviamo in un'Europa di modernità multiple, secolarizzata e multireligiosa.
Come pregare?
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Che lo Spirito di Dio operi un risveglio nei cuori atei ed agnostici di tanti europei;
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Che la Chiesa continui ad annunciare e dimostrare il Vangelo della speranza e che questo sia attraente per chi è scettico ed ostile;
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Preghiamo per una Chiesa di Cristo autentica ed onesta che sia luce e sale in ogni ambiente e che abbia le risposte che il mondo sta cercando;
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Il Vangelo si diffonde tramite la predicazione e il discepolato. Preghiamo per sempre più credenti pronti a discepolare i loro amici.
Nel tuo contesto
In cosa osservi nello specifico nella tua città quanto descritto fin qui? Come potrebbe la tua chiesa proclamare e dimostrare il Vangelo in modo più rilevante?
L’Europa e le tendenze della missione cristiana – Missione riorientata
La prima clausola dell'Impegno di Losanna Città del Capo chiarisce che la missione è un'espressione dell'amore di Dio: La missione di Dio scaturisce dall'amore di Dio. La missione del popolo di Dio scaturisce dal nostro amore per Dio e per tutto ciò che Dio ama. L'evangelizzazione del mondo è lo sbocco dell'amore di Dio per noi e attraverso di noi. Affermiamo il primato della grazia di Dio e poi rispondiamo a questa grazia con la fede, dimostrata attraverso l'obbedienza dell'amore. Noi amiamo perché Dio ci ha amati per primo e ha mandato suo Figlio per essere la propiziazione dei nostri peccati.
La missione inizia nell'amore di Dio, l'amore che Egli ha per tutta la Sua creazione e per tutte le Sue creature. Se amiamo Dio, allora la missione è parte della nostra risposta a quell'amore, mentre partecipiamo al suo amore per il mondo. La missione non riguarda principalmente "cosa facciamo" ma "perché lo facciamo", e il perché della missione è l'amore. La motivazione dell'amore è ciò che rende la missione missione, perché solo allora si può dire che è partecipazione alla missione di Dio. Purtroppo, come molti hanno recentemente osservato, il linguaggio della missione attinge ancora pesantemente alle idee dell'era coloniale e a una mentalità influenzata dall'Illuminismo. Non è solo che termini come "campi" o "mobilitazione" sono anacronistici o addirittura militaristici. Ci impediscono anche di sfruttare al meglio la nuova realtà. Ha senso parlare di "mobilitazione" quando la maggior parte di coloro che sono impegnati nella missione di Dio sono già qui? Possiamo parlare in modo significativo di un "campo" geografico in cui operiamo strategicamente e cerchiamo di controllare, quando ci sono già altri che lavorano e raccolgono?
I nostri concetti di missione attingono anche pesantemente alla rivoluzione industriale con la sua attenzione alla pianificazione, alla sistematizzazione, alle mete, agli obiettivi, alle strategie e ai risultati misurabili. Questo linguaggio può essere efficace per motivare le donazioni e persino per mobilitare i lavoratori, ma corrisponde davvero a un concetto di missione come "unirsi allo Spirito"? Faremmo bene a ricordare, come ho scritto altrove:
Lo Spirito di Dio non è soggetto al controllo umano. Come disse Gesù stesso, "Il vento soffia dove vuole" (Giovanni 3:8). E il movimento missionario dello Spirito non è diverso. È imprevedibile. Non è soggetto ad analisi strategiche. Molto di ciò che Dio sta facendo sfugge al nostro controllo e alla nostra pianificazione. Non possiamo progettare il "successo" attraverso l'applicazione di una pianificazione strategica, la destinazione delle risorse o la mobilitazione di più lavoratori. Certo, abbiamo bisogno di piani, obiettivi e traguardi. Paolo aveva dei piani e così anche Gesù. Sappiamo che anche Dio ha dei piani per il suo popolo e, in definitiva, sta lavorando verso uno scopo e una meta per l'intera creazione (Geremia 29:11; Efesini 1; Colossesi 1, ecc.). La sfida è pianificare in modo umile e flessibile, sempre in ascolto della voce dello Spirito che ci guida. Il sogno di Paolo sull'uomo di Macedonia in Atti 16 è un promemoria per tutti noi che stiamo lavorando in Europa di chi detiene veramente il controllo.
Forse è giunto il momento di smettere di cercare di motivare le persone in missione sulla base di risultati, obiettivi e successo, ma invece di cercare di motivarle sulla base dell'amore. Dal 18° secolo, il movimento missionario moderno ha motivato l'evangelizzazione sulla base della Grande Commissione in Matteo 28:19,20. Nell'era del cristianesimo globale, non è forse il momento di riorientare la missione in termini di ciò che Jay Matenga chiama il Grande Impegno in Giovanni 17:18-20? Gesù prega il Padre: "Come tu hai mandato me nel mondo, io mando loro nel mondo". Cosa significherebbe per la nostra comprensione e pratica della missione in Europa se fosse riorientata verso una motivazione d'amore, con la sua origine nella mutualità amorosa tra Padre, Figlio e Spirito?
Come pregare?
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Che la Chiesa in Europa venga riorientata dalla Parola di Dio a una missione centrata sull’amore del Dio Trino;
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Che la Chiesa in Europa sia sottomessa allo Spirito e si lasci guidare in una missione che pianifica mentre si lascia guidare dal vento dello Spirito;
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Che la Chiesa in Europa sia paziente e fedele nel seminare ed aspettare i frutti anche quando sembra che i “propri obiettivi” non siano stati raggiunti.
Nel tuo contesto
In che modi la tua chiesa ha bisogno di crescere nell’essere motivata in missione dall’amore del Dio trino? In quali modi ha bisogno di essere sensibile alla voce dello Spirito? In quali modi dovrebbe crescere nella pianificazione?